1 giu 2015

RECENSIONE: - IL SEGNO DEL DESTINO - ROBIN LAFEVERS

Più riguardo a Il segno del destino
AUTORE: Robin LaFeversCASA EDITRICE: Fanucci
DATA PUBBLICAZIONE: 2013

Il destino di Ismae è stato scritto ben prima che lei nascesse: la Morte l’ha segnata con una cicatrice, ma questo marchio funesto si rivelerà invece la sua strada per la salvezza. Sarà proprio quella cicatrice a farla ripudiare dal marito, un uomo violento che è stata costretta a sposare. La mano della Morte continua a guidare la ragazza, che fugge da tutto per cercare riparo nel convento di Saint Mortain, dove alcune suore osservano ancora gli antichi riti tradizionali. Qui viene trasformata in una perfetta assassina; silenziosa, seduttiva e letale, un’ancella della Morte. Presto, Ismae viene inviata alla corte di Bretagna per fare luce sugli intrighi che mettono in pericolo non solo il regno, ma anche la vita della giovane duchessa Anne. Per riuscire nell’impresa, dovrà fare appello a tutto ciò che ha imparato nel convento. Peccato che non le abbiano insegnato come tenere
a bada i moti del cuore, e Ismae si ritrova lacerata tra il dovere e l’amore che preme nel suo cuore.

Ho scoperto questo romanzo per puro caso, girovagando in libreria e tentando invano di impormi autocontrollo. In genere quando faccio compere libresche so già cosa voglio prima ancora di entrare nel negozio, ma questa volta si è trattato di un acquisto assolutamente impulsivo e -che dire?- non me ne sono affatto pentita!
Nella Francia del quindicesimo secolo una setta che venera Mortain, santo patrono della morte, istruisce giovani donne all'arte della seduzione ma soprattutto a quella dell'omicidio. Infuso di un clima squisitamente storico, Il segno del destino, ci regala intrighi di corte, (numerosissimi) tradimenti e laboriose strategie. La nota paranormale viene perfettamente amalgamata nella trama, al punto che visioni di morte e divinità oscure sembrano realtà credibili e, cosa da me molto apprezzata, non si ritrovano a pervadere la narrazione adombrando altri più importanti elementi.
Oltre ad un ritmo incalzante, mantenuto vivo grazie alla comparsa di continui misteri irrisolti, punto forte della storia è l'amore tra la protagonista ed il burbero (ma dal cuore d'oro) Duval, un vero e proprio cavaliere d'altri tempi, non c'è che dire. La loro relazione comincia burrascosa, tra diffidenza ed antipatia, ed è in modo graduale che i due imparano a sopportarsi per poi apprezzarsi ed infine innamorarsi incondizionatamente. Davvero piacevole l'evoluzione del loro rapporto, per una volta diverso dai soliti colpi di fulmine (senza nulla togliere a questi ultimi, per carità).
Ismae e Duval non potrebbero essere più diversi, ma senza dubbio ad accomunarli ci sono un grande senso del dovere ed un'indistruttibile fedeltà nei confronti dei propri amici e della propria causa. Lei in particolare dovrà rendersi però conto di come non sempre si possano seguire ciecamente gli ordini ricevuti, e di quanto salutare possa essere abbandonarsi al proprio istinto ed al proprio cuore.
Un altro particolare che reputo davvero apprezzabile è la totale parità che vige tra i due amanti, una parità non certo sociale quanto piuttosto intellettuale. In un epoca in cui le donne contano meno di niente, le Ancelle della Morte sono una temuta eccezione, ma tendono a provocare più paura che rispetto. Duval invece tratta Ismae con totale stima e considerazione, non si pone mai nei suoi confronti come l'uomo "più forte" o il nobile "più istruito" (cose che peraltro non è, vista l'abilità guerriera e l'intelligenza di lei), non cerca mai di prevaricarla, o di metterla a tacere, tiene conto della sua opinione e dei suoi consigli e soprattutto *ATTENZIONE SPOILER* non tenta di forzarla al matrimonio, ma anzi le lascia spazio e tempo per prendere una decisione, che al lettore non è ahimè ancora dato di conoscere. E' (piacevolmente) sconvolgente la sua conclusiva dichiarazione di essere disposto ad aspettarla e continuare ad amarla anche se lei non fosse mai pronta per un simile passo.*FINE SPOILER*
Ma potrei parlare per ore di quanto ho amato questa storia d'amore, quindi veniamo ad altro.
Se dovessi indicare l'elemento a mio parere migliore del romanzo, potrei dire una cosa soltanto: i personaggi!
I personaggi, davvero ben caratterizzati, sono molti ma non troppi, e finiscono tutti per farsi odiare follemente o al contrario venire adorati (magari non fin dal primo momento, questo lo devo concedere). Abbiamo donne incredibilmente forti, seppur con le loro fragilità, indipendenti e pronte a lottare: Ismae, coraggiosa e devota ma con un terribile passato, convinta di dover immolare la propria felicità all'altare del suo santo - Sybilla, una delle migliori guerriere dell'Ordine, sempre sull'orlo di una follia causata da orrori passati che il lettore può solo immaginare (gli indizi io credo ci siano) - Annith, dolce ma pericolosa, che non vuole essere prigioniera di quello che sembra rivelarsi un destino di seppur gloriosa reclusione - ed infine anche la duchessa Anne, attorniata da traditori, divisa tra il dovere di stato e la ricerca della serenità. Anche gli uomini, chiaramente, non sono da meno, da Duval all'affascinante DeLornay (sigh) per poi arrivare a Bestia. Sì, lo ammetto; Bestia è il mio preferito (lo adoro!)
Il finale lascia senza dubbio con la curiosità di sapere come si concluderà la vicenda, anche se non si tratta di un finale cliffhanger, non temete.
Il secondo volume della trilogia avrà come protagonista femminile la nostra Sybella, mentre sull'ignoto protagonista maschile personalmente ho una teoria, ma chissà...
Ad ogni modo consiglio vivamente di tuffarsi nell'universo della saga His fair assassin: questo primo libro è una vera chicca! L'unico peccato è che il titolo originale, Grave Mercy, non sia stato mantenuto o tradotto letteralmente in Misericordia della tomba.


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