21 lug 2021

BLUEBIRD

Bluebird è lo pseudonimo scelto per pubblicare la Sky Series. 
Nel logo autrice ho messo il fiore di ibisco, fiore simbolo della Corea e Bluebird è una sua varietà rara.
Da un paio di anni mi sono appassionata al mondo del kpop e, in parte, ai k-drama. Mi affascina la cultura, il loro modo di approcciarsi alla vita, così lontano e strano per noi. 
Da grande appassionata di musica poi, il balzo al kpop è stato illuminante e ho imparato ad apprezzare questo mondo luccicante ma altrettanto sia duro e faticoso. 
Le rinunce degli idol sono totali, così come la loro dedizione al lavoro.
Ho sempre scritto, appunti, pensieri e quando ho iniziato a seguire il k-pop la storia dei membri degli SG5 è venuta quasi da sola, ho provato a metterla nero su bianco ed eccomi qui.
Leggo principalmente romance e storici. 
La musica è la mia più grande ispiratrice, quindi spesso e volentieri il testo di una canzone ha ispirato interi capitoli o addirittura un intero romanzo.
Nel tempo libero ascolto musica più che altro, non solo k-pop però! 
E la musica stessa è la mia più grande fonte di ispirazione, ovviamente!



Bee Anderson non si aspetta niente dalla vita. A ventidue anni è indurita dal tempo e dal poco amore ricevuto dalla madre.
Ha solo i suoi amici James e Anne su cui poter contare: gli unici che possa chiamare famiglia.
Liverpool le sta stretta e come ogni prigioniero che si abitua alla sua condizione, Bee non vede alcun futuro se non quello di trascinarsi in modo ripetitivo, giorno dopo giorno.

A Lee Hyun-Min la vita ha regalato un talento immenso, portandolo a diventare il leader degli SG5: la più famosa band di kpop. L’impegno e il dolore lo hanno fortificato, ma essere un idol comporta rinunce. La sua intera esistenza è sotto i riflettori, senza mai poter lasciarsi andare.
Senza aver mai vissuto come un comune ragazzo di ventisette anni.

Un incontro casuale.
Una notte che sembra un sogno e loro soltanto due giovani ragazzi.
Come tutti i bei sogni anche quella notte finirà, ma il destino li farà incontrare ancora, otto mesi dopo a Seoul, in Corea. C’è un disegno invisibile, una forza che li ha spinti a cercarsi tra miliardi di persone. Un sentimento capace di spazzare via incertezze e ostacoli.
Delicato e fragile come le ali di una farfalla.
Potente e tumultuoso come uragano.
Oltre i riflettori, oltre la paura di perdersi, oltre le parole non dette.

È proprio quando tutto sembra perfetto, che la vita pone di nuovo Bee davanti ad una scelta: l’unica che non avrebbe mai voluto fare. Perché l’amore per Hyun-Min è più forte di qualsiasi cosa e la felicità del ragazzo che ama, più importante di tutto.

Dalla fredda e nebbiosa Inghilterra fino alla moderna e colorata Corea, una storia al ritmo del kpop, un viaggio alla ricerca di se stessi.

Per spogliarsi delle proprie maschere.
Per imparare a sorridere.
Per imparare ad amare.


* * * * *

PERHAPS LOVE è un romanzo autoconclusivo ed è il primo volume della Sky Series.

Per informazioni:
https://www.instagram.com/bluebird_sun/

3 lug 2021

RENATO GADALETA

 

Ascoltai il silenzio del suo respiro. Si era addormentata. Era davvero bella. E io ero senza fiato. Avrei voluto che un angelo ci fotografasse in quell’istante fissando quella preziosa immagine di noi due per sempre. Perché era proprio così, e per sempre, che avrei ricordato quel meraviglioso e romantico momento”.

Ciao a tutti voi, sono Renato Gadaleta, autore del romanzo (è un paranormal romance) 


Melissa, una storia d’amore”, edito dalla NeP edizioni di Roma. Sono nato a Bari e vivo a Bari. Insegno Scienze Motorie e Sportive a scuola da oltre trent’anni e ho un vissuto sportivo alle spalle. Sono anche un appassionato di subacquea, tant’è che parte delle mie esperienze subacquee le ho riportate nel mio romanzo.

Durante una immersione in notturna nei pressi della mia bella costa pugliese, illuminai con la torcia una medusa. Mi apparve nel buio all’improvviso a mezz’acqua come uno spettro o come un angelo etereo. Fluttuava silenziosa ed elegante, contraendo la sua ombrella a forma di cupola trasparente, trascinando i suoi lunghi tentacoli che sembravano danzare liberi nell’acqua. Una creatura affascinante e misteriosa che mi ha sempre stregato sin da bambino. Sarà stata l’atmosfera (c’era un silenzio quasi mistico tutto intorno e la luna di plenilunio illuminava la superficie del mare col suo nastro d’argento) ma fu proprio in quel momento che mi venne l’idea di scrivere una storia romantica tra un umano e una medusa che, come per magia, si trasforma in una bellissima ragazza per poter camminare sulla terra ferma. Ci sono decine di libri che parlano di amori tra umani e sirene, vampiri, streghe e angeli caduti, quindi perché non una medusa? Così è nato questo romanzo, una favola moderna e romantica tra Renato e Melissa, che in una notte d’estate si conoscono sugli scogli bagnati dal bel mare pugliese. Nascerà un forte sentimento che pian piano diventa amore per sempre e li porterà a perdersi nell’incanto delle notti d’estate, assieme ai loro sogni, alle loro speranze e al desiderio di vivere un grande amore che faccia battere all’impazzata il cuore.

Amando profondamente la mia terra, la Puglia, ho descritto il bellissimo borgo marinaro dove vive il protagonista, le “Case Bianche” dei pescatori che si trovano a un passo dagli scogli bagnati dal mare, l’hotel affacciato sul mare dove il protagonista lavora come bagnino, l’intenso odore di salsedine, la magnifica costa rocciosa disseminata di grotte marine semisommerse, le stupende calette sabbiose, i profumi inebrianti e mangerecci provenienti dai ristorantini tipici che preparano bontà della cucina regionale, e per finire ho decantato i maestosi ulivi secolari sparsi nelle campagne, orgoglio pugliese. Hanno il tronco nodoso e contorto quasi su se stessi e sono delle vere opere d’arte della Natura, spettacolari. Rappresentano l’emblema della mia Puglia.

Ma vediamo la storia in breve.

Renato è un diciasettenne che abita in un bellissimo borgo di mare della Puglia, vive con la nonna, gioca a pallavolo nella squadra della scuola, guadagna qualcosa facendo diversi lavoretti e la sera pesca granchi. Una notte di inizio estate, durante la quale i granchi si sono rifugiati nelle loro tane, conosce Melissa, una splendida ragazza che cammina tutta sola sugli scogli difronte a casa sua. Ma lei non è quello che dice di essere. È qualcosa di altro, di diverso, di inconciliabile con Renato e il suo mondo...

In questo romanzo descrivo l’amore forte, puro, sincero, tipico di due adolescenti che si giurano amore eterno. È quell’amore adolescenziale che, anche se finisce, resta nel cuore e nei ricordi per sempre. Non morirà mai!

È una favola moderna, e come tutte le favole anche qui ci sono i cattivi, quelli che vogliono distruggere i nostri sogni. E sono quelli che sicuramente il lettore odierà per tifare per i due giovani protagonisti. Vi verrà voglia di tirare qualche salutare pugno in faccia!

Questo romanzo è dedicato a tutti i romantici e ai sognatori, quelli a cui piace volare con la fantasia insieme a un pizzico di magia. Ne rimarrete incantati, stregati dall’atmosfera “magica” dei luoghi e dei personaggi. Vi farà sognare ed emozionare.

Coraggio, fatevi travolgere da questa bella storia romantica, sarete trasportati sugli scogli bagnati dal bellissimo mare della Puglia divenendone parte e assaporerete ogni momento descritto insieme a Renato e Melissa.

Ho buttato un sassolino nello stagno… e resto a guardare le onde concentriche che si propagano sempre più grandi per andare a finire chissà dove. Per il momento non posso far altro che aspettare, aspettare voi, lettrici romantiche, che magari, in una serata tranquilla con la luna di plenilunio che vi illumina la stanza, lo possiate leggere e apprezzare. Vi rimarrà nel cuore… e non vi deluderà.



Da “Melissa, una storia d’amore”, estratto dal capitolo 6 - Arriva “lei”.


“Notte fonda. Calma assoluta. Neanche una bava di vento. Silenzio ovunque. Il mare fermo e liscio come l’olio. La luna nel suo magico splendore, vi si specchiava bella, nitida e luminosa come non mai, tracciando sulla superficie dell’acqua un’irregolare lunga e larga linea d’argento che sembrava non avere mai fine. In lontananza, sulla costa, a diversi chilometri di distanza si vedeva il rassicurante fascio di luce roteante del faro che illuminava a tratti l’oscurità di un orizzonte indefinito. Tra gli scogli, e sotto di essi, una blanda risacca faceva intendere che il mare non dorme mai, ma respira.

A un tratto, una luce bianca-verdastra si accese nel mare, verso la superficie e dopo un attimo si spense. A circa cinquanta metri dalla battigia di uno stabilimento balneare qualcosa si mosse nella semioscurità, facendo capolino appena sopra il pelo dell’acqua. Sembrava un angelo etereo e avanzava silenzioso ed elegante rasentando il fondale che man mano diveniva sempre più basso, contraendo ritmicamente l’ampia ombrella a forma di cupola trasparente. Dal centro del suo corpo dipartiva un fitto groviglio di mollicci e nastriformi quanto inquietanti tentacoli che parevano lunghi coriandoli, ma dalla spessa consistenza della gelatina traslucida. Parevano danzare liberi nell’acqua al suono di una musica che non c’era. Imbattersi per caso in lei, nell’oscurità del mare, avrebbe fatto rizzare i capelli dallo spavento a chiunque.                                                                

Man mano che la misteriosa creatura solitaria si dirigeva dove l’acqua era poco profonda, i granchi sulla battigia e tutti quelli che si trovavano sotto e sopra gli scogli schizzavano via, rifugiandosi nelle fessure e sotto le pietre. Sapevano che quando lei era a caccia, non perdonava. Al suo passaggio, alcuni grossi polpi si ritirarono all’interno delle loro tane, barricando l’entrata con dei sassolini. I pesci nelle vicinanze fuggirono impauriti. Tutte le creature del mare, al suo passaggio, si fermarono trattenendo il respiro.

Ma quella notte “lei” non era a caccia. Ritrasse i lucidi tentacoli nella sua ombrella, che smise di pulsare. Tutto diventò un unico corpo molle, informe e ammassato che, senza più propulsione, discese a picco adagiandosi sul fondale roccioso e poco profondo. Rimase così, inanimata per qualche minuto a dondolare accartocciata e sballottata dalla leggera corrente. Sembrava fatta di cellophane riempito d’acqua. Poi, pian piano, come se qualcuno la stesse plasmando, si allungò acquisendo una consistenza più corposa. Perse la formidabile trasparenza assumendo una colorazione bianco-lattiginosa che poi man mano divenne più scura e distinguibile, assumendo come per magia, un aspetto ben diverso da quello precedente…”.