9 giu 2015

RECENSIONE: - IL PROFESSIONISTA - KRESLEY COLE


AUTORE: Kresley Cole
CASA EDITRICE: Leggereditore
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015


Aleksandr Sevastyan, uomo d’azione della mafia russa conosciuto come “il Siberiano”, ha giurato eterna fedeltà al suo boss. La sua missione ora è trovare e proteggere Natalie, la figlia del capo, ma la ragazza non è l’ingenua studentessa che pensava di trovarsi di fronte. Avvolta da una nube di capelli rossi e sfacciata sensualità, Natalie tormenta i pensieri del freddo Aleksandr fino a fargli perdere il controllo.
Anche la ragazza è scossa dall’incontro con il Siberiano e non può resistere al suo fascino mozzafiato. Insieme partono per la Russia, dove sperimenteranno una vita di lussuria e perdizione e un’intesa che li porterà al di là delle loro più audaci fantasie.
Ma i rivali del boss vogliono Natalie morta e i due fuggitivi sono costretti a nascondersi in una Parigi affascinante e decadente, lo scenario ideale per i loro desideri inconfessabili...

Il Professionsita L'incontro - La rivelazione - Il rifugio rappresentano il primo volume della serie erotica ad ambientazione contemporanea che racconta la storia di passione tra Aleksander Sevastyan, il pupillo di un potente boss della Mafia Russa e Natalie, giovane studentessa universitaria figlia del boss in questione.
Avevo parecchie aspettative riguardo a questo romanzo perché la trama sembrava davvero intrigante e diversa dai soliti erotici pubblicati fino ad oggi ma purtroppo sono rimasta veramente delusa.
La storia è raccontata in prima persona da Natalie (per cui è l'unico punto di vista) e la cosa non mi ha infastidito ma per certi aspetti ricalca molto la trilogia delle Sfumature: lui ricco con il passato tragico, lei studentessa vergine, il protagonista maschile con gusti particolari (per fortuna non deve "illuminare" nessuno).
Se questo non bastasse la trama è praticamente ridotta all'osso. E' un continuo scene di sesso bollenti ed io mi aspettavo di più considerato che è stato inserito il tema della Mafia Russa.
Anzi, proprio questo tema sembra trattato con troppa superficialità. Si ha la sgradita sensazione che lavorare per il crimine organizzato sia un lavoro come un altro. Ne esci senza problemi, niente ritorsioni se hai ammazzato un boss rivale, te ne vai in giro per il mondo come un qualsiasi turista...
E vogliamo poi parlare della mancanza di rimorsi sulle attività svolte dal padre e dal suo braccio destro da parte di Natalie. Un Boss della Mafia russa che si limita a stare nel ramo delle costruzioni e a corrompere politici e un braccio destro che fa il killer vengono considerati come persone affascinanti e buone.
C'è una mancanza di credibilità davvero assurda. Un tizio (che non conosci) ti entra in casa, ti rapisce, ti dice che sei la figlia di un boss, ti porta in Russia, sull'aereo ti dai da fare con lui e poi telefoni alla tua amica del cuore a cui le dici tutto e la inviti a non farsi trovare in casa quella notte perché ci sono due pericolosi killer che la cercano. L'amica invece di chiamare la polizia si raccomanda dell'eliminazione "il sigillo"? Una persona sana di mente non si sarebbe rotolata con un tizio che ti ha appena detto di essere il braccio destro di un boss. Natalie poi finisce per avere gioielli da milioni di dollari, vestiti, un'eredità e chi se ne frega se è morto qualcuno per avere tutto quel denaro. Per non parlare, che da vergine diventa subito una donna estremamente disinibita e pratica.
Quando, infine, si scopre il passato di Sevastyan, ti rendi conti che sarebbe dovuto andare da uno psicologo, non alimentare le sue perversioni e ossessioni come fa la protagonista.
Il rapporto tra i due non è amore ma una lotta di potere tra persone con una forte attrazione l'una per l'altra.

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