1 giu 2015

A TU PER TU CON... MASSIMO POLIDORO

Basterebbe dire che Massimo Polidoro è cofondatore CICAP ( Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) per avere già un'idea tutt'altro che approssimativa  della persona eclettica che abbiamo davanti. Coerente con le sue convinzioni, certo, ma soprattutto intellettualmente onesta e così capace di sostenere fino in fondo ogni sua tesi  da scriverci libri che dissertano, appunto, sull'argomento paranormale. Non solo, Polidoro è apprezzato autore di narrativa oltre che giornalista che si occupa di riviste a larga diffusione, quali:

- BOLLETTINO CICAP
- SCIENZA&PARANORMALE
- MAGIA: LA RIVISTA DI CULTURA MAGICA

Talento precoce, visto che ha iniziato da bambino a scrivere storie che trasformava in fumetti. Il Times Literary Supplement definisce il suo stile espressivo "scrittura acuta ed emozionante". Valerio Evangelisti afferma invece che Massimo Polidoro appartiene alla ristretta cerchia dei 

"Narratori Nati". Come non dargli 
ragione? Da sempre interessato all'illusionismo e all'occulto,  seguendo una serie di "Quark" incentrata sui fenomeni paranormali, scrive immediatamente a Piero Angela, conduttore del programma, che decide di incontrarlo. Angela resta colpito da Polidoro e subito lo mette in contatto con il famoso illusionista James Randi, esperto di indagini sul paranormale, che gli assegna una borsa di studio negli Stati Uniti.
La  sua produzione letteraria è impressionante, e ci limitiamo a ricordare alcuni titoli:        

-Viaggio tra gli spiriti   (Sugarco, 1995)
- Dizionario del paranormale ( Esedra, 1997)
- Il sesto senso (Edizioni Piemme, 2000
- Secrets of the Psychics ( Prometheus Books, 2003)

- Eravamo solo bambini (Edizioni Piemme, 2010)
- La squadra dell'impossibile per ragazzi firmata "Max Keller" "Il complotto di Frankestein" ( Il Battello a Vapore, 2010) 

Ringraziando  Massimo Polidoro, che gentilmente ha accettato di essere ospite del blog Una passione e oltre, e di rispondere alle nostre domande:
1. Chi é Massimo Polidoro?
Prima di tutto sono un gran curioso, uno che vuole capire come funziona il mondo e si fa mille domande. Inevitabile, dunque, che uno come me sia irrimediabilmente attratto da tutto ciò che sa di mistero. Per questo, sono stato tra i fondatori del CICAP (il Comitato voluto da Piero Angela che indaga misteri e presunti fenomeni paranormali - www.cicap.org), ho condotto centinaia di indagini, inchieste, ed esperimenti sui fenomeni più curiosi e insoliti, ho tenuto per tre anni un corso universitario sulla "Psicologia dell'insolito" ma, soprattutto, è sempre per questo che faccio lo scrittore.
2. Come e perché hai deciso di scrivere romanzi?
Ho pubblicato dal 1995 a oggi una trentina di libri e, come accade a volte agli scrittori, i primi che ho scritto erano i libri che avrei sempre voluto leggere. Erano saggi, dunque, di taglio storico, scientifico, sociologico o psicologico, ma quasi sempre dedicati a fenomeni misteriosi, insoliti, bizzarri. Lo scopo era sempre quello di affrontare i misteri, indagarli e, se possibile, trovare le probabili spiegazioni ai vari enigmi. Poi, avendo sempre nutrito una grande passione per la narrativa, è stato quasi naturale iniziare a sperimentare anche con questa diversa forma di scrittura. Ma devo dire che è stato Valerio Evangelisti quello che più di tutti mi ha incoraggiato a buttarmi nella narrativa. Il primo romanzo che ho pubblicato, alcuni anni fa, si intitolava "Il profeta del Reich" e raccontava di un'illusionista che, agli albori della Germania nazista, scopre qualcosa che non dovrebbe sapere e a quel punto diventa per il regime di Hitler un pericolo da eliminare a tutti i costi. Sono seguiti altri saggi dedicati a fatti di cronaca, true crime, strane morti dei divi e poi, via via, questi libri si sono trasformati in "docu-fiction": storie vere, cioè, ma scritte come fossero romanzi. E' il caso di "Etica criminale", sulla banda Vallanzasca; di "Un gioco infame", sui due poliziotti di Rimini che, praticamente da soli, risolsero il mistero della Uno bianca e del penultimo "Eravamo solo bambini", su una terribile storia ormai dimenticata da tutti e relativa a un istituto per bambini in difficoltà che, all'insaputa di tutti, era gestito da una ex-suora con metodi da campo di concentramento. Per fortuna, è poi arrivata la nuova serie di romanzi per ragazzi a farmi scrivere di cose più allegre.
3. Se fossi un romanzo, quale saresti?
Facile: "Uno studio in rosso"!
4. Questo mese é uscito per la Piemme, il primo volume della serie La squadra dell'impossibile. Come è nata l'idea? Di cosa si tratta?
L'idea originaria era quella di scrivere una serie di thriller per adulti, ma quando ne ho parlato con il mio agente, Stefano Tettamanti della Grandi & Associati, le cose sono cambiate. Man mano che gli raccontavo la storia, lui la vedeva sempre di più come una possibile serie di mystery per ragazzi e mi sono convinto anch'io che aveva ragione. Da lì a proporre l'idea al Battello a Vapore è stato un attimo e, con mia grande gioia, il progetto è piaciuto e ho immediatamente iniziato il lavoro. Si tratta della storia di un gruppo di ragazzini che, nella Londra vittoriana, diventano amici e si trovano ad affrontare misteri di ogni tipo. Provengono tutti da ambienti diversi: Omero è il figlio di un poliziotto, Amelia arriva dai quartieri alti (ma non ha avuto un'infanzia facile) e poi ci sono Blacky e Rusty, due ragazzini di strada che vivono di espedienti. Diventano amici e, sotto la guida dell'anziano Max Keller, un misterioso illusionista in pensione e cieco, faranno nascere la "Squadra dell'impossibile".
5. Questa volta hai pensato ad una serie per ragazzi, perché questo cambio di rotta? 
Principalmente perché non mi piace ripetermi. Ho scritto finora una trentina di libri, cercando di spaziare il più possibile: saggi storici, di divulgazione scientifica, di psicologia, manuali, biografie, inchieste di cronaca, true crime, psicologia, docu-fiction, romanzi storici... e ora romanzi d'avventura per ragazzi. Il bello del mio mestiere è che mi da la possibilità di continuare a imparare e a crescere. Ma soprattutto, ho deciso di scrivere romanzi per ragazzi perché mi divertono moltissimo. Sono cresciuto leggendo Poe, Conan Doyle, Stevenson, Dickens, King... ed era inevitabile che l'amore per quelle storie avventurose e piene di misteri trovasse prima o poi sbocco in una serie di romanzi che a quegli autori inevitabilmente si ispirano.
6. Perché sulla copertina non compare il tuo nome?

Compare il nome di Max Keller, il protagonista "adulto" di questa serie. Uno dei motivi per cui il mio nome non è in copertina è che non volevamo confondere i lettori (e nemmeno i librai!): i ragazzi non sanno chi sono io (anche se lo scoprono leggendo il romanzo), per loro non fa differenza chi firma il libro. Per gli adulti che magari devono comprare il libro, o per il librario che deve fare l'ordine, invece, può esserci il rischio di "confondermi" con il Massimo Polidoro che scrive inchieste per adulti, a volte molto forti, e certamente non adatte a bambini o ragazzi.
7. Caratterialmente, chi tra i ragazzi protagonisti della serie, sei tu da bambino?
Difficile a dirsi, c'è un po' di me in tutti i ragazzi della Squadra. Forse un pochino di più in Omero...
8. Preferiresti vedere la tua serie diventare un cartone animato o un telefilm? Non puoi scegliere entrambi. E perché.
Immagino non valga dire che mi piacerebbe se diventasse... una serie di film! Se fosse una serie di telefilm, mi piacerebbe se fosse fatta alla maniera del Giovane Indiana Jones. Però, se proprio devo scegliere tra cartoni e telefilm, allora scelgo senz'altro il cartone animato. E se posso sognare ancora un po' mi piacerebbe se fosse un po' alla Tim Burton, in stile "Coraline". Ma pensandoci bene, la mia serie non ha quegli elementi grotteschi tipici di Burton, e allora forse meglio una serie che graficamente ricordi le "Clone Wars". Ho puntato abbastanza in alto?
8. Che ne pensi dell'ondata di urban fantasy/Paranormal Romance che sta invadendo le librerie italiane? Hai letto Twilight? 
Confesso che la storia d'amore su sfondo misterioso non è esattamente il genere che mi attira di più. Mi può piacere, e anche moltissimo una storia di paura, e anche di soprannaturale, dove ci può stare anche la storia d'amore, ma il tema mistero e paranormale non dev'essere solo un pretesto per ritrovarsi con un contesto un po' diverso dal solito per una classica romance. Non so, un libro con una forte componente "paranormale", e dove c'è anche un'intensa storia d'amore, che a me è piaciuto molto era "Mucchio d'ossa" di Stephen King. Ma credo che nessuno potrebbe metterlo nella categoria del "paranormal romance".
9. Hai mai pensato di scrivere un libro in cui storia d'amore, mistero e soprannaturale si mescolano?
Certo e potrà anche succedere. Ma, come dicevo, se accadrà il mio punto di riferimento sarà probabilmente King, piuttosto che la Meyer.
10. E per finire, quali sono i tuoi progetti futuri?
Per limitarmi ai progetti editoriali, sto ultimando gli ultimi ritocchi al secondo episodio della "Squadra dell'impossibile", che uscirà in aprile: questa volta i ragazzi si troveranno alle prese con un vampiro... Poi, sto anche lavorando al nuovo libro per Piemme, dopo "Eravamo solo bambini" un'altra vicenda molto forte della nostra storia recente. E poi darò una mano al mio maestro, l'americano James Randi, per la sua biografia e poi... be', basta così: lasciamo anche qualche sorpresa ai lettori.
MARIANGELA CAMOCARDI & LADYAILEEN
foto: Massimo Polidoro (photo credit: Cristina Visentin, 2010)
RINGRAZIAMO MASSIMO POLIDORO PER ESSERE STATO NOSTRO OSPITE

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