30 mag 2015

RECENSIONE: - LA TANA DEL BIANCONIGLIO - FRANCESCO FACCHINETTI

La tana del bianconiglio
AUTORE: Francesco Facchinetti
CASA EDITRICE: Mondadori
DATA PUBBLICAZIONE: 2015

Come ogni grande metropoli, Milano ha un punto dove convergono tutte le sue contraddizioni. E lì, invece di respingersi, si fondono. Un luogo che si compone delle vite di tutti quelli che ci passano attraverso, magari solo per pochi minuti, e non si accorgono di cedere un po' della propria individualità per entrare a far parte di un'entità più grande di loro che impasta, tritura, frulla e metabolizza prostitute, barboni, milionari, suore, assassini, bambini, sognatori e disperati in un unico, grande fluido. Questo luogo, a Milano, si chiama Parco Sempione. È in questo centro pulsante che quella mattina Giovanni Mandelli stava facendo jogging, prima di andare al lavoro. Fu un attimo. Non seppe mai cosa lo chiamò. I giorni successivi avrebbe raccontato di averci buttato l'occhio per caso, ma lo raccontava con il fastidioso disagio di chi sa di mentire. Correva e guardava la strada davanti a sé, quando improvvisamente voltò un istante lo sguardo verso gli alberi. Un caso, solo un caso. Questo andò ripetendosi negli anni successivi, e di questo alla fine si convinse. Vide qualcosa. Vide quella cosa. E poi furono i poliziotti, gli investigatori, il nastro per delimitare la scena, le fotografie della scientifica, i reporter, la massa dei curiosi. E poi l'autopsia.

La tana del bianconiglio è il primo romanzo giallo/noir di Francesco Facchinetti ma devo confessare che, di solito, sono un po' prevenuta quando un personaggio dello spettacolo si cimenta nella scrittura di un romanzo. Aleggia in me la convinzione che venga pubblicato per la notorietà dello scrittore e non tanto per il contenuto.In questo caso, mi sono dovuta ricredere perché ho trovato il romanzo tutto sommato piacevole, nonostante abbia qualche perplessità su alcuni aspetti.Il romanzo è ambientato nel 1994 nel Parco Sempione di Milano, un luogo che rappresenta il lato più cupo della città e un posto dove si concentrano personaggi con un'angoscia interiore. E proprio qui, viene ritrovato il cadavere di una giovane donna nuda, picchiata e violentata.Il romanzo si potrebbe dividere in 4 fasi: il ritrovamento del cadavere, la presentazione dei personaggi, la risoluzione del caso e l'epilogo.Senza dubbio è un giallo inusuale perché la risoluzione del caso non avviene grazie alle indagini della polizia o di un protagonista preposto ma è lo stesso assassino a svelarsi nelle ultime pagine del romanzo. Quindi, non vi aspettate il solito iter investigativo fatto di interrogatori, prove da raccogliere, esami balistici, indizi, ipotesi e via di seguito.L'autore, invece, ha deciso di concentrare gran parte del romanzo alle storie personali dei vari "abitanti" del parco. Ad ogni persona viene dedicato un capitolo: due ragazzini in vena di scherzi, un barbone dai discorsi senza senso, una prostituta in cerca d'amore, un pedofilo guardingo, un uomo rovinato dal gioco, una coppia di fidanzati e un truffatore manipolatore.Ammetto che questa scelta, seppur originale, non mi ha convinto perché in quei capitoli non ho respirato la tensione ci si aspetterebbe da un thriller e ci si chiede: si tratta di un giallo? Forse concentrare in un'unica parte la conoscenza dei personaggi ha reso quella parte un po' noiosa.Però si è decisamente ripreso, nell'ultima parte con un susseguirsi di colpi di scena che mi hanno lasciato piacevolmente stupita. Lo stile è scorrevole, si legge in breve tempo (il romanzo non è corposo), senza troppi fronzoli, immediato e da i periodi brevi.Il finale è soddisfacente, anche se, si conclude con una nota amara ma non poteva essere diversamente.

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