ALPHA
self-published
Pagine 450
Fa parte di una trilogia ma è auto-conclusivo.
Immaginate di aver perso vostro padre quando eravate al
liceo. Immaginate di avere un fratello più piccolo da mantenere agli studi e
una madre schizofrenica, ricoverata in una clinica psichiatrica.
Immaginate di aver appena perso il lavoro, di essere
sommersa dai debiti e di non avere nessuno che possa aiutarvi.
Riuscite ad immaginarlo? Bene.
Cosa fareste se all'improvviso vi ritrovaste nella posta una
busta con un cospicuo assegno intestato a voi, accompagnato da un biglietto
contenente solo una parola: “TU”?
Lo incassereste per pagare i debiti, pur sapendo che nessuno
a questo mondo fa niente per niente, oppure lo buttereste via, consapevoli che
comunque per sopravvivere sarete costretta a scendere a patti con la vostra
morale?
La protagonista del libro, Kyrie, pur essendo giovane, non è
una sciocca né una sprovveduta e ovviamente, dopo un momento di profonda
incertezza e non senza molti timori, sceglie di incassare la somma e saldare
tutto. Quando il mese successivo è di nuovo in bolletta, il secondo assegno è
quasi atteso con ansia, per quanto il biglietto che lo accompagni si rivela
ancor più inquietante: “MI”.
Il terzo assegno, che arriva puntuale il mese successivo, la
getta nel panico con il solito biglietto che questa volta riporta la parola
“APPARTIENI”.
TU MI APPARTIENI. Un frase che vuol dire tutto e niente.
Eppure Kyrie ha bisogno di soldi, non per futili motivi, ma per sopravvivere a
una vita che oggettivamente da anni non sembra volerle concedere tregua. Così,
pur tra mille timori, continua regolarmente a incassare gli assegni. Rassicurata,
mese dopo mese, da quella cifra che le consente di tenersi a galla, relegando
in un angolino della sua mente quella frase che aveva accompagnato i primi tre
assegni e che tanto l’ha spaventata: tu mi appartieni.
Dopo un anno esatto, quando ormai Kyrie ha accettato come una
benedizione quei soldi che mensilmente l’aiutano a pagarsi gli studi e
mantenere i suoi cari, qualcuno bussa alla sua porta. I debiti prima o poi si
pagano e sembra che per il fantomatico benefattore sia arrivata l’ora di
riscuotere con gli interessi.
Ora potrei raccontarvi un po’ di questa storia che tanto mi
ha appassionata, ma volutamente voglio lasciarvi con la curiosità. Credetemi
sulla parola Valentine Roth non è un uomo che dimenticherete facilmente e
francamente non dimenticherete neanche Kyrie.
«Dimmi, Kyrie. Qual è la differenza tra fare sesso, far l’amore e
scopare?»
Voi cosa rispondereste?
Trovo che il fulcro di questo romanzo si basi proprio su questa
domanda e sulla risposta che da Kyrie e che mi guardo bene dal riportarvi per
stuzzicare la vostra curiosità.
Valentine Roth è un uomo bello e ricchissimo, che vive in totale
isolamento e che è divenuto col tempo così preoccupato dal proteggere la sua
privacy da divenire quasi paranoico. Eppure, credetemi, è un uomo che lascerà
un segno, perché Valentine è una contraddizione vivente: forte e al tempo
stesso fragile, innamorato eppure capace di mostrarsi spietato, determinato e
insicuro.
Valentine ha un segreto da svelare e un desiderio da realizzare, e
condurrà Kyrie e noi lettrici, passo dopo passo, ad accettare il suo punto di
vista, la sua visione della realtà e del legame tra due persone, privato di
tutte convenzioni e sovrastrutture che la società spesso impone.
Questo romanzo è scritto in prima persona e ho trovato che
l’autrice sia molto brava nel rendere concrete l’emozioni della protagonista,
catapultandoci nei suoi pensieri angoscianti, nel suo essere una giovane donna
cresciuta troppo in fretta, che di punto in bianco si ritrova in una realtà a
lei sconosciuta e accanto a un uomo cui è davvero difficile resistere. Ho
adorato Kyrie, non so se si è capito. Spesso le protagoniste di questo genere
di romanzi sono donne fragili o scapestrate, Kyrie è una ragazza normale che fa
scelte sensate, almeno a mio modesto parere. E ho adorato Valentine Roth.
Questo libro a mio giudizio merita di essere letto per la
trama molto ben strutturata, per la caratterizzazione dei personaggi, per le
riflessioni che ci induce a fare e (concedetemi questa debolezza) per la
straordinaria capacità dell’autrice di rendere bollente anche solo un sospiro
di Valentine.
In fine, aspetto non da poco, questo romanzo è scritto in un
inglese molto semplice. Questo aspetto che per un madrelingua giustamente può
risultare sgradevole, per chi come me ha ricominciato da poco a leggere in
inglese, è un incentivo in più alla lettura. Posso garantire che lo stile di
Jasinda è semplice e fluido ma mai banale.
In sintesi: lo consiglio a chi ama le storie d’amore molto piccanti,
con ampie descrizioni di scene di sesso e che si inseriscono nell'ormai
classico filone delle Cinquanta Sfumature.
Giudizio complessivo: bello
RECENSIONE A CURA DI MISST
misst.books@gmail.com
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