1 giu 2015

A TU PER TU CON... CARLA MARIA RUSSO

Credo che presentare Carla Maria Russo sia superfluo perchè il suo biglietto da visita sono i libri che ha firmato. Scrittice apprezzata e conosciuta che si divide tra la narrativa per ragazzi e quella storica, vanta titoli di successo come "Il cavaliere del giglio" di prossima ristampa nel 2011, "La sposa normanna",  "L'amante del doge", tanto per citarne alcuni. Quest'ultimo racconta la storia della bellissima Caterina, di cui il facoltoso rappresentante della Serenissima Tron si invaghisce appena la vede. E la vuole a ogni costo perchè è un uomo potente che si concede ogni capriccio, perciò osa proporle un cinico patto: abbandonare il marito e divenire la sua amante fino a quando a lui piacerà, in cambio della sicurezza economica e della promessa di non intromettersi nella sua vita privata. Lei accetta, nonostante questo la renderà un'adultera, perchè lasciare l'uomo che ha sposato significa per lei diventare una donna autonoma e libera di operare le proprie scelte, quali che siano. Caterina è anticonformista e non si cura del disprezzo della società, che non le perdona la coraggiosa sfida alle sue regole. Ma Tron, contro ogni aspettativa e contro la sua stessa volontà, è costretto ad ammettere che il legame con la Dolfina si è trasformato in un sentimento che non può ignorare e che esige una improrogabile e difficile scelta. Un romanzo che consiglio a chi ama l'atmosfera storico/romantica che Carla Maria sa creare con magistralmente.
Ma ora voglio parlare della sua ultima fatica letteraria. Durante il suo intervento al Romantic Rome, leggendo ad alta voce alcuni passaggi di LOLA NASCERA' A DICIOTT'ANNI,  Carla Maria Russo, della quale ho il privilegio di essere amica, si è commossa. Ho avuto l'identica reazione leggendo questo toccante romanzo che, lo confesso, avrei voluto scrivere io. Ambientato in una Milano che strazia, semidistrutta dai bombardamenti e dove i militi della Brigata Fascista Ettore Muti seminano terrore e sevizie nei confronti di chi ha la sventura di cadere nelle loro mani, Mara e Mario ne sono gli indimenticabili protagonisti e conquistano subito tutta l'attenzione del lettore. Due nomi simili per una donna e un uomo toccati dalla grazia del vero amore, quello che tutti sognano e pochi incontrano. Se non fosse però contrapposto alle atrocità della seconda guerra mondiale, con la sua scellerata crudeltà, con gli egoismi degli uomini, più devastanti del conflitto stesso, e un efferato delitto che fa da sfondo. Carla Maria è l'abile  regista di una storia profondamente realistica che sa arrivare dritto al cuore di chi legge. Ma anche commovente e capace di emozionare in modo altrettanto profondo. La narrazione si snoda da un  parlato all'altro dei vari personaggi che si alternano di volta in volta sulla scena. Personaggi  delineati con inappuntabile competenza storica da Carla Maria Russo, il cui  talento espressivo rende sciolto e originale il testo proprio in virtù di un ritmo incalzante che induce a leggerlo d'un fiato. LOLA NASCERA' A DICCIOTT'ANNI  è senza dubbio uno dei più intensi romanzi che ho letto, e la sua autrice è una firma italiana di cui essere orgogliosi.
Nella Milano grigia e dolente degli anni più duri della seconda guerra mondiale, quelli dei bombardamenti, delle stragi, dei morti abbandonati nelle vie, delle vite immolate, talvolta per libera scelta, in nome di un ideale, talaltra per la brutalità degli eventi, cresce fra mille difficoltà un amore miracoloso che donerà ai due giovani protagonisti, Mara Bonfanti, bella, elegante e di buona famiglia, e Mario Canevari, operaio delle acciaierie, momenti di indicibile gioia e altri di sofferenze strazianti. La bimba, frutto del loro amore, verrà abbandonata al suo destino appena nata e Mara sarà costretta, dalla madre e dalle convenzioni sociali, a sposare il generale Pepe, un uomo molto più anziano di lei, alto ufficiale della Brigata Fascista Ettore Muti. Quando, una notte, il generale Pepe verrà trovato morto nella sua casa, dell’assassinio si confesserà colpevole Mara, condannata per la sua colpa al carcere a vita. Dovranno passare diciotto anni prima che una lettera anonima giunga a disseppellire un passato dimenticato e a gettare una luce nuova e sorprendente su quegli eventi lontani.
Un romanzo corale e incalzante, minuziosamente accurato nella ricostruzione di una città, di un’epoca e delle psicologie dei personaggi, di diversa estrazione sociale ma della stessa tragica statura. Un romanzo nel quale tutti pagano un prezzo al momento storico in cui è toccato loro vivere e agli egoismi che sempre genera ogni guerra, rendendo ciascuno dei protagonisti vittima e carnefice.
1) Ciao Carla Maria, credevo di conoscerti bene come scrittrice avendo letto, tanto per citare un paio di titoli, "La sposa normanna" e "L'amante del Doge", eppure mi hai piacevolmente stupito con il tuo ultimo romanzo, "Lola nascerà a diciott'anni". Stupita sia per l'originalità di come hai sviluppato la narrazione, sia per la storia stessa, intensa e bellissima. Come ti è venuta l'idea di Lola? Ne vuoi parlare alle lettrici di Una passione e Oltre?
Spesso l'ispirazione per un romanzo mi giunge da un particolare che, per qualche motivo, mi colpisce, attrae la mia attenzione. In questo caso, la circostanza è stata la morte di un giovanissimo ragazzo, di nome Giuseppe Canevari, catturato una sera, intorno alle diciotto, in Piazza Duomo, a Milano, mentre attaccava manifestini antifascisti e condotto nella sede della brigata fascista Muti, dove è morto nel corso della notte, massacrato di botte, in modo feroce e crudele. Sono andata in biblioteca e ho cercato gli atti del processo alla brigata Muti, dal quale ho ricavato molte altre informazioni interessanti. Poco a poco, la storia ha preso forma intorno a questi elementi e ad altri fatti di cronaca, relativi agli anni della guerra, di cui avevo letto nei giornali dell'epoca.
2) Questo romanzo è innovativo rispetto a quelli da te scrtti in precedenza. Significa che hai trovato una nuova forma di espressività, e che le prossime opere saranno raccontare nello stesso modo?
Non è facile rispondere a questa domanda in quanto non so prevedere dove mi porterà il futuro. Io mi innamoro di storie, sempre tratte dalla realtà, le quali contengono già delle loro caratteristiche interne che rispetto e tendo a non modificare. Può capitare, come il Lola, che intrecci fra loro più storie vere, creandone una nuova. Quanto al modo di raccontare, alla forma estetica della narrazione, ogni storia trova una sua strada, una sua veste sensibile che la rende, almeno per qualche aspetto, originale e diversa dalle altre che ho già raccontato. In questo senso, ha grande importanza, a mio avviso, la creatività, la fantasia, l'estro narrativo di chi narra. In ogni caso, fino a quando non scatta dentro di me l'ispirazione giusta, non inizio a scrivere. Per Lola nascerà a diciott'anni ricordo che è arrivata alle dieci di sera e mi sono precipitata al computer, scrivendo di getto oltre venti pagine, per timore che mi sfuggisse.

3)Cosa stai scrivendo in questo momento, e a quando il prossimo inedito in libreria di Carla Maria Russo?
A conferma di quanto ho appena detto, sto lavorando a due storie molto diverse fra loro e molto lontane nel tempo: una è un romanzo storico ambientato nel medio evo, con una protagonista femminile che io adoro, l'altro è un romanzo ambientato ai nostri giorni ( anni settanta) che ruota intorno a un misterioso assassinio, con due vicende diverse che si incrociano fra loro.
4) Cosa pensi dell'enorme difficoltà a pubblicare in Italia, dove è già difficile imporsi su un mercato aperto quasi esclusivamente alla narrativa di importazione?
Annosa questione. Il punto è che in Italia  si legge pochissimo e si acquista ancor meno e dunque le case editrici sono sempre in affanno per far quadrare i bilanci, che oggi contano molto di più del valore di ciò che viene pubblicato. Per questa ragione, preferiscono non rischiare e puntare su romanzi che hanno già riscosso successo all'estero. La predilezione assoluta va ai romanzi provenienti dal mercato inglese il quale, per la sua vastità, offre una grande disponibilità di romanzi in grado di assicurare un buon successo di vendita. L'obiettivo cui tendere in Italia sarebbe quello di allargare la base dei lettori. Ma, come avrebbe detto De Gaulle, questo è un vasto programma.
 5)Che consiglio daresti a chi è determinato a diventare scrittrice/ scrittore?
Di perseguire il suo sogno solo se è sicuro in cuor suo di essere, ed essere stato sempre, fin dall'infanzia, un accanito e maniacale lettore. Se così non è, lasci perdere. Il romanzo possiede  modi, ritmi e caratteristiche che non possono essere insegnati a tavolino ma solo introitati, per così dire, attraverso un lungo apprendistato di lettura, libro dopo libro, goccia dopo goccia, senza che neppure se ne sia consapevoli.
6)Scrivere era proprio quello che desideravi fare come professione?
 Non ho mai progettato né programmato di intraprendere la strada della scrittura, tanto è vero che vi sono arrivata piuttosto tardi e in modo abbastanza casuale. Neppure sapevo di essere in grado di scrivere un romanzo. Ignoravo in modo completo una larghissima parte del mio mondo interiore, alcune mie doti e abilità mi erano del tutto sconosciute. Devo questa scoperta alla mia passione per la ricerca storica, attraverso la quale mi sono imbattuta in vicende umane così avvincenti che mi è venuto desiderio di raccontarle. Così mi sono cimentata con il romanzo ma per parecchio tempo ho lasciato i miei lavori nel cassetto.
7) Sei un'autrice di grande successo nell'editoria per ragazzi: trovi più gratificante creare storie per i giovanissimi oppure ti esprimi al meglio in quella destinata agli adulti?
Mi piace esprimermi in entrambi i campi e provo analoga soddisfazione, a patto di avere una buona storia da narrare, che mi convinca e soprattutto mi appassioni. Passione e immedesimazione rappresentano per me le condizioni irrinunciabili per scrivere.
8) Ti senti privilegiata?
Solo nel senso che, come spiegavo anche prima, la scrittura mi ha consentito di conoscere una parte di me sepolta e ignota, che è stato molto gratificante scoprire. Inoltre creare qualcosa che prima non esisteva e che esiste grazie alle tue capacità, può regalare grandi emozioni. Attenzione però: si deve essere pronti anche a misurarsi con il fallimento e la critica e saper essere, in quel caso, intelligenti e forti.
9)Qual è il libro che non hai scritto e che avresti voluto scrivere? Hai un'autrice/autore di riferimento?
Più d'uno e più d'una, tanto che preferirei non scegliere. Tuttavia, per non sottrarmi alla domanda e facendo torto ad altre, scelgo Irene Nemirovsky. Due fra i libri che avrei voluto scrivere: Suite Francese, Memorie di Adriano.
10) Carla Maria, l'ultima curiosità: che posizione occupa la scrittura nell'ambito della tua vita? Voglio dire, sei pervasa dal sacro fuoco dell'arte al punto da trascurare tutto il resto quando sei ispirata, oppure anteponi a essa altri valori che consideri prioritari?
Considero la scrittura parte della mia vita, importante tanto quanto altri fattori. Realizzarsi sul piano personale è fondamentale per il proprio equilibrio e benessere. Se senti di avere espresso delle qualità, se non ti senti frustrata e insoddisfatta, forse riesci anche a essere una madre, una compagna, un'amica migliore. Nella vita quotidiana mi capita di dovermi sempre barcamenare fra mille pressioni e impegni, per cui è difficile farsi possedere dal sacro fuoco dell'arte ed escludere il resto del mondo, tranne nei momenti in cui vengo “folgorata” da un'idea importante ma labile, che va fissata subito su carta ( o su computer) per non rischiare di perderla. E allora mi può capitare di scacciare i disturbatori in malo modo.

Grazie per averci voluto concedere questa intervista che, ne sono certa, le amiche del blog gradiranno.

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