9 GIORNI
di Gilly Macmillan
Newton Compton
Pagine 480
autoconclusivo
Ho avuto la possibilità di leggere in anteprima questo
romanzo e devo dire che è stata una piacevolissima scoperta. A mio giudizio, l’autrice
tratta, con un’abilità degna di nota per un’esordiente, un tema di estrema
attualità: quanto conosciamo chi ci sta accanto e quanto il nostro giudizio
viene condizionato dai mezzi di informazione e dai social?
In questo villaggio globale, dove le distanze si sono accorciate
e dove la gestione e la condivisione delle informazioni è diventata sempre più
veloce e per certi aspetti incontrollabile, quanto peso ha la nostra parola sul
web?
La trama di 9 Giorni è molto semplice. Rachel, una giovane
donna uscita da poco da una dolorosa separazione dal marito, passeggia in un
bosco col il figlio Ben, di otto anni, e con il loro cagnolino.
Il bambino chiede alla madre di poterla precedere sul
sentiero che stanno percorrendo, per poter arrivare prima al parco giochi.
Rachel, dopo un attimo di esitazione, acconsente.
Ben sparisce nel nulla e nulla, da quel momento in poi, sarà
più come prima.
I punti di forza del romanzo sono molteplici. Prima di tutto
la struttura narrativa.
La trama si sviluppa attraverso un prologo, collocato in
linea temporale un anno dopo gli avvenimenti,
nove capitoli, corrispondenti ai nove giorni del sequestro e un epilogo
che si riallaccia al prologo.
Le due voci narranti che si alterneranno per tutto il
romanzo, quella di Rachel e quella del detective che indagherà sul caso, Jim Clemo, ci daranno l’idea di quanto la
scomparsa del bambino abbia portato entrambi sull’orlo di un precipizio. Rachel
ne è uscita profondamente disincantata, mentre Jim è ormai un detective
distrutto dai rimorsi e dal senso di colpa, preda di attacchi di panico e
insonnia perenne. Ovviamente, nel prologo, nessuno dei due fa comprendere se
alla fine il piccolo Ben sia stato ritrovato e soprattutto se sia stato
ritrovato vivo. Inoltre non spiegano esattamente cosa, in quei nove dannati giorni,
li abbia sconvolti al punto tale da trasformarli in persone radicalmente
diverse da ciò che erano.
E qui arriviamo al secondo punto di forza di questo romanzo.
É la
prima volta che mi capita di non aver minimamente compreso quale fosse il reale
colpevole e il suo movente fino a quando l’autore non ha scelto di farcelo
sapere. La Macmillan è stata davvero magistrale nel seminare una miriade di
false piste, ognuna seguita e sponsorizzata da qualcuno. Il lettore si
ritroverà a seguire il procedere dell’indagine che, se all'inizio sembra ferma
in un punto cieco, ad un tratto avrà fin troppi presunti colpevoli.
Altro punto di forza del romanzo, quello che in assoluto più di tutti
ho apprezzato, è la capacità della Macmillan di far provare al lettore la
straziante esperienza di essere vittima di una macchina mediatica imprevedibile
e incontrollabile.
Il tema del rapimento è, in fin dei conti, un pretesto per parlare
della società in cui viviamo. Per quanto sia dura ammetterlo oggi, l’immagine
in senso lato, ha un peso determinante. I mass media e i social possono
devastare letteralmente la vita di alcuni individui sulla base di preconcetti e
informazioni sbagliate.
La libertà di parola è importante, ma prima di parlare, prima di
affermare su una piazza virtuale così vasta ciò che pensiamo, dovremmo sempre
riflettere sulle conseguenze che quelle parole possono avere sulla vita degli
altri.
Rachel, infatti, per una serie di sfortunate circostanze, viene vista
come una donna sull'orlo della depressione, incapace di badare al proprio
bambino, una donna che in maniera diretta o indiretta è colpevole della sua
scomparsa. Una “pessima madre” come scrive un misterioso blogger, riscuotendo
molti consensi tra gli utenti di internet e generando così, suo malgrado, una
serie di eventi a catena, francamente inimmaginabili per il lettore e che
condizioneranno pesantemente le indagini sulla scomparsa del piccolo Benedict.
Non voglio raccontare molto altro della trama, sarebbe un delitto,
perché vi priverebbe del piacere di scoprire pian piano quanto, dietro la
sottile patina di perbenismo, si nascondano in fin dei conti istinti e desideri
ancora molto primordiali.
MISST
misst.books@gmail.com
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