DEBT INHERITANCE (serie INDEBTED 1 vol.)
pubblicato in Italia dalla
Newton Compton con il titolo “Io
ti appartengo”
non autoconclusivo e parte di una serie composta da 6 volumi
!!!ATTENZIONE SPOILER!!!
Prima di presentarvi questo romanzo mi sembra opportuno
spiegare cosa mi aspetto da un dark romance o erotic dark. In teoria in questo
tipo di romanzo, le tematiche trattate sono piuttosto delicate. Il protagonista
tecnicamente non dovrebbe essere il classico principe azzurro, ma una sua
versione cattiva.
Il sopruso fisico e psicologico, la sofferenza e il
condizionamento mentale sono aspetti fortemente presenti in questi romanzi,
dove di fatto, il confine tra giusto e sbagliato, lecito e illecito si assottiglia
molto. Il lato oscuro può avere il suo fascino e se si approccia al genere dark
romance senza pregiudizi, ci si potrebbe sorprendere nel provare emozioni
inaspettate, brividi di orrore che si tramutano in piacere nostro malgrado.
Detto questo veniamo alla trama di Debt Inheritance.
Nila è una stilista di successo, ha 24 anni, un fratello
gemello cui è molto legata e un padre molto protettivo. Un giorno, scopre che
da ben 600 anni c’è un accordo tra la sua famiglia, i Weaver, e quella degli
Hawk. Tutte le primogenite dei Weaver verranno consegnate agli Hawk al fine di
pagare un debito contratto secoli addietro. Nila è la primogenita dei Weaver e
Jethro è il primogenito degli Hawk. Lei gli appartiene e lui può disporne a suo
piacimento.
Questa è la trama molto sintetizzata e proprio da qui vorrei
partire con la mia analisi del romanzo.
Di tutte le idee che potevano venire in mente a questa
autrice francamente quella del debito mi sembra la meno convincente. Ma davvero
un debito può andare avanti di generazione in generazione per 600 anni? Mica 6…
600! Mi sembra un po’ inverosimile. Ad ogni modo voglio concedere a Pepper
Winters un bonus e quindi passo sopra questo aspetto e decido di concentrarmi
su come ha sviluppato la storia.
Partiamo dalla famiglia Weaver.
Il padre di Nila è un uomo che sa di dover pagare questo
debito alla famiglia Hawk. Tex è un uomo che ha già pagato a caro prezzo questo
patto, avendo dovuto consegnare alla famiglia di Jethro sua moglie (la madre di
Nila, che è la vera Weaver perché Tex ne ha solo preso il cognome).
Francamente mi aspettavo che un uomo del genere, tra l’altro
cresciuto fuori da questo accordo perché appartenente a un’altra famiglia, avesse
un atteggiamento un po’ diverso da quello che tiene Tex.
Se fossi stata al suo posto, a fronte del fatto che ho già
perso mia moglie, avrei immediatamente dato in adozione mia figlia, oppure
l’avrei nascosta agli occhi del mondo cambiando cognome e andando a vivere in
un luogo sperduto, oppure mi sarei rivolto a un buon avvocato, a un detective,
a qualcuno, per porre fine a questa atrocità. Se proprio fossi un debole e un
vile, allora ALMENO mi sarei limitato a invogliare mia figlia a godere a pieno
della sua vita, visto che so già quale sarà il suo destino una volta raggiunta
la maggiore età. Invece no!
Tex Weaver tiene segregata la figlia, le impedisce di uscire
con chiunque per poi consegnarla, senza fiatare, al suo futuro aguzzino.
Perdonatemi ma io qui ho storto un po’ il naso.
Arriviamo al nostro Jethro, l’anti-eroe, il cinico bastardo.
Il romanzo si apre proprio con il punto di vista del protagonista che si presenta come un
“predatore”, un “killer” spietato, che però riesce a confondersi tra la gente
grazie ai modi raffinati, grazie alla cultura e all’aspetto piacente. Devo dire
che la scrittura di Pepper è intrigante e l’inizio del romanzo è stato a dir
poco folgorante. Volevo vedere quest’uomo in azione… non mi aspettavo, ahimè,
quello che è seguito.
Jethro, fa capire subito nelle prime pagine del romanzo, che è un uomo che
non si fa condizionare da niente e da nessuno, padre incluso. Dimostra, però,
di tenere molto al rispetto delle regole impartitegli da quello stesso padre
che disprezza.
Il papà gli ha detto che la ragazza deve seguirlo di sua
spontanea volontà e Jethro si guarda bene dal trascinarla via con la forza.
Quello che, però, mi aspettavo da un predatore così ben mimetizzato, era che (vista
l’ingenuità della protagonista… ebbene sì… siamo alle solite, mai una ragazza
“esperta” in questo mondo di carta) la seducesse con i suoi modi raffinati e la
bellezza del suo aspetto.
Insomma, se so che deve seguirmi di sua spontanea volontà,
una volta che il padre me l’ha, per così dire consegnata, io che faccio?
Sorrido, la invito a cena in un posticino romantico per poi in realtà condurla
sul primo aereo per Londra o metto su la mia faccia da duro, non dico una
parola, cammino avanti a lei, senza neanche voltarmi e m’incavolo se questa a
un certo punto ci ripensa, gira i tacchi e torna indietro? Ehm… non ci
crederete ma il nostro Jethro si comporta proprio così.
La scena più divertente, ad ogni modo, è stata quella in cui
i due litigano su come andare all’aeroporto. Lui come un bimbo capriccioso
vuole farla montare in sella alla sua Harley, lei, che giustamente è una
stilista appena uscita da una sfilata, punta i piedi e vuole la limousine.
Non temete. Jethro, da vero uomo spietato, commette la prima
brutalità, le strappa il vestito fichissimo e costosissimo, facendo infuriare
Nila che, a giusta ragione, comincia a urlare… questo perché il papà si era
raccomandato di fare un lavoretto pulito: niente scenate, niente urla, fatti
seguire di sua spontanea volontà.
Jethro poverino è un duro, spietato e senza cuore, ma deve
essere anche molto stressato. La vita del duro deve esser proprio dura, (perdonatemi
il gioco di parole) visto che alla fine esasperato dalle troppe lamentele di
Nila la seda con una droga.
Non appena arrivano a Londra, suo fratello minore, nota lo
stato di Nila e lo rimprovera, visto che la droga usata è ancora sperimentale e
poteva procurare la morte della ragazza, ma il nostro uomo piagnucola, facendo
osservare al fratellino che non ha idea di quanto questa ragazza sia
rompiscatole!
L’apoteosi la raggiungiamo però sulle scale di casa. Jethro
vede il padre e come prima cosa pensa bene di lamentarsi perché gli aveva detto
che sarebbe stato un lavoretto facile facile e invece Nila gli ha creato un
sacco di problemi. Ecco io qui, fossi stata nel signor Cut avrei diseredato mio
figlio seduta stante.
Vi risparmio i dettagli della vita di Nila con gli Hawk. Vi
dico solo che la protagonista dopo essere stata rapita, sedata, palpata in auto
da due uomini contro la sua volontà, dopo aver scoperto come è finita sua
madre, dopo che l’è stato detto che verrà violentata da più uomini,
probabilmente in contemporanea, dopo che le preannunciano che la sua prima
notte nella dimora degli Hawk la trascorrerà con i cani, dopo che la fanno
camminare a quattro zampe proprio come un animaletto da compagnia fino alla
cuccia… ecco, dopo tutto questo cosa fa?
Beh… cercate di capire lo stress della situazione.
Nila manda sms hot allo sconosciuto con cui aveva una sorta
di relazione virtuale basata solo su messaggini più o meno sconci. Mica gli
scrive “Aiuto, sono stata rapita, mi vogliono violentare, minacciano la mia
famiglia, chiama la polizia!” Scherziamo? Lei deve allentare un po’ la tensione,
visto che tutto sommato essere stata palpata da Jethro in auto non le è
dispiaciuto. Perciò scrive un messaggio piccante all’uomo del mistero che l’ha insultata quando lei gli ha chiesto di passare dal virtuale al reale, ma che
adesso lei percepisce come il suo unico “amico”.
No comment!
L’aspetto però che più di tutti mi ha sconcertata è che
questo primo volume racconta sostanzialmente quello che c’è nella sinossi.
Tutto il romanzo dura sostanzialmente poco più di 24 ore. Jethro va a Milano la
prende e la porta a Londra, le legge l’accordo stipulato 600 anni fa e… FINE.
Valutate voi cosa è meglio fare. Io mi fermo qui.
Giudizio complessivo: così così.
RECENSIONE A CURA DI MISST
misst.books@gmail.com