4 ott 2020

RECENSIONE: - IL PRIORATO DELL'ALBERO DELLE ARANCE - SAMANTHA SHANNON

 


IL PRIORATO DELL'ALBERO DELLE ARANCE
Samantha Shannon
Mondadori
2019

Il romanzo fantasy dell'anno. La casa di Berethnet ha regnato su Inys per mille anni ma ora sembra destinata a estinguersi se la regina Sabran IX non si sposerà e darà alla luce una figlia. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra della corte. A vegliare segretamente su Sabran c'è Ead Duryan, adepta di una società segreta che, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys... Tra draghi, lotte per il potere e indimenticabili eroine, l'epico fantasy al femminile per il nuovo millennio.

Piccola Premessa. Non ho mai letto Epic Fantasy e quando un libro piace alla massa a me no. Fine Premessa.
Mi dispiace dirlo ma si tratta di un "mattone" in tutti i sensi. Visivamente (ha circa 800 pagine) e di contenuti (pesante e noioso per gran parte del testo).
Se volessimo riassumere la trama in maniera semplice: Un drago chiamato Senza Nome dopo essere stato imprigionato mille anni prima, si sta per risvegliare e vuole distruggere il mondo conosciuto. Quattro personaggi all'apparenza distanti tra loro, alla fine si ritroveranno ad avere lo stesso obiettivo: eliminare il drago.
La storia è raccontata attraverso il punto di vista di quattro personaggi (bella idea ma non tutti sono stati raccontati con la stessa cura): Ead, maga e assassina mandata dal Priorato dell'Albero delle Arance per proteggere la regina Sabran. Sabran sembra essere l'unica in grado di fermare la venuta del Senza Nome. Tané aspirante cavalcatrice di draghi lacustrini (diversi dal Senza Nome) orfana e di umili origini che cerca con tutte le forze di realizzare il suo sogno. Loth nobile e amico della regina Sabran che viene allontanato per intraprendere una pericolosa missione. Niclays, un medico alchimista tormentato che dopo essere stato allontanato dalla regina Sabran vive di espedienti nella speranza di trovare un giorno un modo per tornare a casa.  
Naturalmente ogni personaggio ha una determinata storia personale e viene, dipanata più o meno, man mano che procede la storia. Sinceramente nessuno dei personaggi mi ha ispirato grande simpatia tanto che della loro sorte poco m'importava. Anzi li ho trovati superficiali e piatti.
Ma, secondo me, il vero problema di questo libro è il ritmo. Oltre la metà non succede praticamente niente o quasi. È tutto un susseguirsi di dettagli legati all'ambientazione, degli usi e costumi delle varie zone (visto che ogni personaggio vive in un posto diverso), sistema religioso e magico e racconti di miti e leggende. Ho dovuto dividere la lettura a 100 pagine al giorno perché di più non riuscivo a reggere. Solo le ultime 250/300 pagine sono più scorrevoli e adrenaliniche perché ci si avvicina finalmente alla battaglia finale. 
Inoltre vista la quantità spropositata di personaggi secondari, l'autrice non è riuscita a gestirli al meglio: facendoli morire nel giro di poche pagine (come l'amico di Loth) o li ha completamente "abbandonati" (come la Donmata Marosa). Quelli principali invece a volte compiono scelte che forse andavano approfondite (Ead come si è innamorata?) oppure i problemi si risolvono con colpi di fortuna assurdi (per esempio quando Loth aveva bisogno di aiuto e Chassar come per magia gli manda l'uccello magico senza sapere come lo abbia saputo).  
Il cattivo stesso (il Senza Nome) viene praticamente nominato per tutto il libro ma poi lo ritroviamo solo negli ultimi capitoli. Non è dato sapere del perché si comporta da malvagio.
Il finale: che non sia morto nessuno dei protagonisti è un miracolo ma è frettoloso e si presta benissimo per un sequel visto che ci sono alcuni aspetti lasciati "aperti" nonostante venga presentato come libro autoconclusivo. 
Il mondo in cui si muovono (insieme alla cover) è probabilmente l'unica nota positiva. C'è molta ricerca e cura ma non ha sortito in me un grande fascino. 
Idee buone ma mal sviluppate.

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