4 set 2021

DAVIDE ROSSI

 

Mi chiamo Davide Rossi, sono nato e cresciuto in un piccolo paese della provincia di Pavia, Sant’Angelo Lomellina. Nonostante gli studi di natura prettamente scientifica, ho continuato a coltivare due grandi passioni che mi hanno accompagnato fin dalla tenera età: il cinema e la scrittura.

La mia passione per la scrittura nasce da lontano, dall’infanzia. La lettura di fumetti, Dylan Dog, e poi di romanzi, Fenoglio e Pavese in particolare, mi hanno aiutato a crescere in conoscenza e fantasia. Nell’adolescenza è arrivata la passione per il cinema: Fellini, Pasolini, i film horror. L’insieme di queste cose mi hanno condotto lungo una strada già tracciata: il sogno di fare cinema. Come lo volevo fare? Scrivere le sceneggiature.  Da lì è incominciato il mio percorso.

Ho scritto varie sceneggiature fino a quella scritta a sei mani dal quale è stato tratto il film “Benvenuti a casa Verdi” del 2013 (Muccapazza film).

Parallelamente all’esperienza cinematografica inizia una fase di sperimentazione che mi ha  portato a partecipare a diversi concorsi letterari con racconti brevi, poesie e saggi. "E alla fine c'è la vita" nasce in seguito, e dall’unione, di tutti questi percorsi.

 La mia seconda opera si chiama "Storia di un numero", un romanzo di formazione, una sorta di docu-fiction,  pubblicato, come nel caso del primo scritto, con una piccola casa editrice calabrese, Rossini Editore.

Scrivere significa leggere tanto, quindi parallelamente alla scrittura, quotidiana, necessaria per continuare a migliorarsi, leggo il più possibile. Pesie, saggi, romanzi, cerco di non farmi mancare nulla. Leggere è indispensabie per crescere umanamente e artisticamente.


«Marika è ben vestita, elegante, pronta per andare alla festa. Si profuma mentre si guarda allo specchio in bagno. Controlla che il vestito sia a posto un'ultima volta ed esce dalla stanza. Va al computer e scrive su Facebook: "Stasera grande serata". Va sulla pagina del suo ex ragazzo e trova delle foto di lui con Agnese. Scuote la testa, incredula, e chiude furiosamente il computer. Il cellulare sul comodino vibra. Lo prende e risponde...»



Un numero non è fine a se stesso: ha un'esistenza, una storia, un inizio e una fine. Un numero può essere umano, vivere e morire. In una contemporaneità corrosa dalla malavita e dall'opportunismo, Kenny nasce in un piccolo stato africano, flagellato dalla povertà, messo in ginocchio dalla corruzione, dimenticato e disprezzato dagli stessi esseri viventi. Condizioni disperate per chiunque abbia un minimo di misericordia per se stesso, difficilmente sopportabile per la sua natura estrema che si impone nella quotidianità sugli esseri viventi. La sua infanzia la trascorre a osservare il mondo che gli ruota intorno, che ansima, grida, muore, violento e insensato. Lui scruta, annota, studia e prova a conformarsi, ad adeguarsi alla realtà, che cruda e violenta si manifesta, investendolo senza freni: la sparizione del padre, il trasloco in un'altra zona, la morte della adorata zia, la presunta anormalità. A confortarlo e a salvarlo dalla solitudine c'è lo studio, i pensieri, vivaci e senza limiti, la curiosità verso l'ignoto e la natura. Camaleonte decide di adattarsi, di vivere secondo i canoni imposti senza rischiare, coltivando un'irrazionale voglia di responsabilità. Ciò non lo salva dai suoi simili, spietati e potenti, che lo costringono a scappare via dalla sua terra, verso un ignoto chiamato Europa. Un viaggio lungo e pericoloso, attraverso posti incantevoli abitati da personaggi senza scrupoli, poveri diavoli, disperati, dalla sopravvivenza e dalla morte. Storie di tanti numeri uniti nella speranza di una resurrezione e dall'infame destino di rappresentare solo delle anonime cifre. Un percorso lungo, attraverso deserto e mare, prigionia e amore, fra carcasse umane e di civiltà.

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