4 set 2021

MONIKA VENUSIA

Salve sono Monika Venusia scrittrice di romanzi d'amore. 

Vengo da Pomigliano D'arco e scrivo da quando ero piccola. In vacanza mi portavo sempre quaderni penne e libri e in ogni momento scrivevo o leggevo. Solo però da febbraio di quest'anno ho pensato di realizzare il mio desiderio di pubblicare in self tramite Amazon. Ho 44 anni i miei autori preferiti sono Danielle Steel di cui ho letto tutti i suoi libri e Kathleen Woodiwiss che ho adorato per le tematiche rosa e un po' erotiche, anche di questa autrice ho letto praticamente tutto. Leggo anche fantasy che mi piacciono molto. I miei hobby sono leggere, viaggiare, creare disegni nelle piattaforme grafiche e mi piace fare le torte. Sono sposata.

La mia ispirazione nasce da alcune tematiche che possono essere eventi che potevano andare diversamente tipo una sliding doors oppure da sogni o anche dalla mi fantasia che a volte crea immagini e un embrione che poi col tempo diventa e si sviluppa in una storia.  La scrittura è soprattutto passione e a dirla tutta mi piace moltissimo. 

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Marica un giorno nell'atelier dove lavora incontra per puro caso un modello bellissimo, un uomo che aveva visto solo su Vogue e in tv. Resta affascinata e lo saluta con entusiasmo. Quando stupito lui si gira e la saluta lei resta senza fiato. Praticamente è perfetto, alto muscoloso bruno almeno un metro e novanta e sembra un leopardo con occhi penetranti e sorriso perfetto. Che pettorali, che corpo. Così una ragazzina innocente che non si era mai eccitata comincia a sentire delle sensazioni mai sentite. Decide così di conoscerlo pur restando del parere che lei è solo una ragazzina semplice e anche non bella mentre lui è perfetto. Deve stare con i perfetti come lo è lui così cerca solo amicizia, ma le cose cambieranno ben presto. Difatti comincia a provare dei sentimenti molto forti per Robin poco dopo la loro conoscenza, non può fare a meno di lui ricambiata. Robin, uomo più grande, uomo navigato, drogato, alcolizzato, puttaniere, abituato alle orge, cosa nasconde? Tendenzialmente solo affamato di amore come uno spettatore che guarda una vetrina ma che sa che non può andare li dentro, non appena la incontra viene affascinato dalla sua ingenuità e comincia a provare una forte brama che gli darà l'input per una difficile risalita da suo inferno, cercando di crederci, ma sapendo che sarebbe stato inutile.
Sa che un uomo che appartiene all'inferno resterà sempre e solo li e non potrà mai raggiungere il paradiso dove di certo lei viveva. Una vita tranquilla non l'aveva mai avuta e per cui non l'aveva nemmeno mai desiderata essendo abituato al potere e alla ricchezza sfrenata. Quando gli occhi di quella ragazzina avevano incontrato i suoi non aveva avuto più forza per negare i suoi sentimenti, la amava con tutta la sua anima nera e sarebbe stato così per sempre. Non era il suo tipo, in quanto di norma faceva sesso con donne o uomini bellissimi ma era la luce che riscaldava la sua anima e il suo cuore freddo e solo, Sapeva che lei viveva in un altro mondo e che era anche parecchio più piccola di lui ma on gli importava lei era la ragazza che l'avrebbe salvato e soprattutto la donna che sarebbe diventata sarebbe stata sua senza nessuno che gliel'avrebbe tolta neanche il suo migliore amico cresciuto con lei, un bravo ragazzo che faceva anche lui il modello.

ESTRATTO:

Marco era in macchina e pensava ad un sacco di cose, era giusto essere eternamente secondo? Lui era sempre stato la seconda scelta, era giusto fare finta di nulla e continuare così, facendo finta che lei lo mettesse al primo posto? Così nascondeva la testa sotto la sabbia. L'aveva fatto prima ma adesso non c'è ne era bisogno. Lui anche se l'amava follemente, desiderava ardentemente essere al primo posto, nel suo cuore. Se avesse dovuto soffrire, così sarebbe stato. Erano tanti i pensieri che gli arrovellavano la testa e davvero era molto stanco, sperava che quella sera gli avrebbe fatto cambiare idea, sulla sua conclusione. Marica nella realtà delle cose, non era mai stata solo sua ma sempre metà sua. L'altra metà era sempre stata di Robin, quando era morto ma l'avrebbe conquistata, sarebbe riuscito ad essere la sua prima scelta ed unica ma così non sarebbe stato possibile. Lui era vivo e si vedevano. Non voleva pensarci ma non riusciva a fare altrimenti. Intanto che pensava ascoltava la sua musica preferita alla radio. Era stanco, sperava che andasse tutto bene, non come lui prevedeva, lo sperava davvero. Anche se non si era mai sbagliato.

Qualche minuto dopo parcheggiò e scese dalla macchina, chissà cosa aveva fatto quella sera. Sorrise, seppure con un po' di malinconia, era inutile credere a delle cose che non sarebbero mai accadute, anche se si era combattuto estenuamente per farcela.

Aprì la porta e poco dopo sorrise come uno scemo. La sua piccola donna era in négligé bianco e scollato, seduta sul divano e lo stava aspettando con un ricco sorriso.

Non appena lo vide, scese dal divano e corse verso di lui, saltandogli addosso facendolo ridere felice. Si baciarono, mentre lui la stringeva alla vita girando per un po' in tondo, per poi metterla giù.

"Che hai preparato piccola?"

" I tuoi piatti preferiti ed una bellissima serata, ma dimmi sei stanco?"
Lui la fissò e disse:
"Sì, delle volte anche molto".
"Dai vieni che stasera ti coccolo tutto il tempo".
Lo prese per mano e assieme andarono verso la tavola.
Lei andò verso le pietanze che riscaldò un po' alla volta, per poi metterle a tavola.

Lui invece stava fissando tutto quello che lei aveva fatto. Davvero stupefacente, perché il suo cuore non smetteva per una buona volta di battere così tanto per lei?

Non voleva credere che quello fosse il suo sogno che diventava realtà, perché lui invece pensava che fosse solo la fine di una storia che era durata anche troppo. Non voleva più illudersi era inutile. Aveva già capito e deciso come fare ma voleva godersi la serata, per poi fare quello che avrebbe dovuto fare già tempo prima.

Così la prese tra le braccia, dopo che lei aveva messo tutto in tavola e dopo averla coccolata e baciata con tenerezza, sul viso, cominciarono a mangiare. In realtà lui se l'era presa in braccio e tenendola stretta, mangiava con l'altra mano, anzi ridendo dolcemente un boccone a lui e uno a lei. Era da tempo che non si dedicavano così tanto l'uno all'altro.

Lei mentre mangiava sulle sue gambe, sentiva la sua eccitazione e si sentiva fortemente emozionata, ma anche malinconica, una sensazione che non voleva andarsene via. Sapeva che la sua storia sarebbe finita, non aveva il coraggio, ma lo sapeva, eppure era felice, quella sera con lui. Perché non aveva funzionato? Perché non era riuscita a metterlo al primo posto? Eppure lei lo amava a modo suo.

Coccolarla era delizioso, gli era sempre piaciuto, per cui imboccarla, per lui era fantastico, soprattutto il pezzetto di brasato con le patate e l'insalata. Vedere quella bocca che prendeva il boccone e lo metteva in bocca, era per lui una cosa come di protezione. Lui le dava amore e nello stesso tempo, lo prendeva. Non poteva esserci di meglio. Chissà poi pur eccitato all'inverosimile, non pensava al sesso ma al modo più tenero per stare con lei. Quella sera prima di andare a letto, avrebbero visto la tv accoccolati sul divano, forse la saga di Twilight intera, parecchie ore della notte, la loro saga preferita. E poi avrebbero fatto l'amore, affondare dentro di lei era una cosa che lo completava che lo faceva sentire felice come non mai, però per lui fondamentalmente era starle accanto, proteggerla e amarla, come aveva sempre desiderato.

Difatti dopo il dessert si guardarono negli occhi e entrambi dissero Twilight, e andarono verso il divano accendendo il pc e cominciando la loro visione, abbracciati sprigionando calore, stretti stretti, lui steso e lei su di lui, col pc sul tavolino. Fu una notte piena di risate.

La mattina dopo, lui decise di andar via. Voleva ricordarla così, felice e spensierata. Avevano trascorso una notte splendida, prima con la tv e poi facendo l'amore. Aveva fatto del suo meglio, ma adesso doveva finirla. Il suo tempo con lei era finito. Non le avrebbe lasciato neanche un biglietto. Quando se la sarebbe sentita, allora sarebbe tornato.


Bryan e Sarah, un incontro improvviso in una terra straniera, un'attrazione immediata, un appuntamento mancato e poi ritrovarsi dopo 6 anni per puro caso. Cosa succederà? Lui non sa che lei ha sofferto moltissimo, non sa che seppur per un solo appuntamento si era innamorata follemente e che avrebbe voluto instaurare un rapporto con lui. Aveva avuto paura ma si era lasciata andare , lei che non lo faceva mai, proprio mai. Da sempre chiamata timida dalle sue amiche. Da sempre sostenuta da una amica speciale anche nei momenti in cui soffre di più e che pensa di non riuscire a farcela . Eppure anche se con fatica si riprende. Riesce a sopravvivere, riesce ad andare avanti. La cicatrice però sanguina ancora anche quando si fidanza con Francesco uomo serio che vuole sposarla. Cosa ne sa il mondo di quello che lei ha vissuto a causa di quella cicatrice che si porta anche sul corpo? Che si porta anche sui polsi? Lui non potrà mai sapere il cumulo di agonia sofferenza che ha provato e che le ha portato ad una nuova rinascita. Una donna che pensa al futuro con il cuore certo ma soprattutto che costruisce tutto gradino per gradino in modo da soffrire di meno. Bryan non appena la rivede al pub dove si incontrano rimane nuovamente abbagliato da quella donna stupenda che a causa della sorella aveva dovuto abbandonare. Aveva sofferto moltissimo perché lui il bad boy, uomo dalle mille avventure si sarebbe voluto mettere seriamente con quella piccola ragazza incontrata per caso e mai dimenticata. Lei non vuole più soffrire e testardamente desidera continuare la sua vita abitudinaria con il suo fidanzato anche se poi tutto crollerà come cenere. Testardamente Bryan diventerà suo amico pur di ricominciare con lei e poi successivamente combatterà per lei, perché solo lei è la sua metà, la donna che lo completerà. Fino ad ora aveva avuto solo avventure e andava bene così. Adesso non vedeva che lei in ogni momento della sua vita. Sarebbe diventato l'uomo per lei, l'uomo che nella vita non era mai stato.

ESTRATTO:

Trafelatissimo Bryan era uscito dal lavoro ormai erano quasi le diciotto, stava correndo, desiderava arrivare alla macchina per non trovare eccessivo traffico, nel tornare all' albergo, quando improvvisamente vide una ragazza che dava dei volantini. Di norma non si fermava mai, aveva sempre da fare e pochissimo tempo, ma decise di osservarla, era davvero bella, bruna, con una coda, occhi sembravano nocciola, ma non riusciva a vederli da dove stava, aveva un bel corpo, vestiva molto semplicemente. A lui piaceva. Desiderava conoscerla. Quella sacca che aveva sulla spalla doveva essere pesante, vedeva l'impegno che ci stava mettendo. All' improvviso si trovò vicino a lei a guardarla. Si erano nocciola, ma c'era anche un po' di verde. Era davvero bella, piccolina rispetto a lui, ma continuava ad esserne affascinato. Di certo non era né polacca, né americana. Rimase a guardarla, aveva la pelle bianca ed era davvero delicata. Poi fece caso al fatto che lei gli stava porgendo un volantino, ma lui fece cenno di no con la testa e poi disse:

"Io parlo 6 lingue, quale preferisci? Francese, inglese, tedesco, cinese, giapponese, spagnolo".
Lei lo stava guardando, era davvero altissimo e bellissimo, davvero voleva conoscerla. Non gli interessavano i volantini. Così lo fissò e mormorò:
"Italian?"
Lui la fissò e le sorrise, poi negò e lei mormorò:
"English".
Così disse tutto contento:
"Ciao sono Bryan Michell, tu come ti chiami?"
"Sarah Abregal".
Brava Sarah, pensava lei, stai rispondendo, qualcosa ti ricordi.
"Io sono canadese e sono ingegnere".
Lei lo fissò capendo ma non sapendo rispondere, poi alla fine rispose aggrottando un po' le sopracciglia e pensandoci su.
"Io sono rappresentante farmaceutica e vengo dall'Italia".
"Quanti anni hai? Io 26" disse lui.
Questa volta proprio non ricordava, così incominciò a dire:
"22" poi cominciò ad aggrottare le sopracciglia e a pensare, quando lui disse:
"AAAHHHHHhh"
come a dire che aveva capito e lei nello stesso tempo disse finalmente
"anni"
"Che ne dici se ci vedessimo qui più tardi dopo il lavoro?" disse lui.

Quella ragazza era davvero simpatica, non solo bella. Cercava di parlare con lui, anche se si vedeva che non era pratica né a parlare con i ragazzi, doveva essere un tipo serio, né con le lingue. Beh si sarebbero arrangiati, ma a lui avrebbe fatto davvero molto piacere conoscerla. Non aveva mai avuto problemi con le donne, loro erano attratte da lui e lui non le disdegnava. Era un uomo e il sesso a lui piaceva molto e le donne a lui piacevano molto, ma quella ragazza nella sua semplicità lo aveva rapito. E non desiderava portarsela a letto, voleva conoscerla, anche se magari lei avrebbe avuto paura, senza sapere la lingua e in una terra diversa, con uno sconosciuto.

Stranamente aveva capito quello che lui le aveva chiesto, ma non rispose subito, uno perché non sapeva che dirgli, lei era sola in terra straniera, non sapeva nessuna lingua, e avrebbe dovuto uscire con un ragazzo straniero, appena conosciuto. Se si fosse persa? Se fosse stata violentata? Non avrebbe potuto chiamare nessuno, come avrebbe fatto? Però sarebbe stato bello se fossero stati insieme nel bar del suo albergo, protetta dalle sue colleghe e dal suo capo, ma come poteva dirglielo? Sarebbe stata capace di farglielo capire? Poi anche se si fossero conosciuti meglio, lui sarebbe tornato in Canada e lei a Napoli, che senso avrebbe avuto? Le amiche a Napoli, le dicevano sempre che era troppo seria e che doveva divertirsi un po', che male c'era se avesse accettato solo per quella sera?

La stava osservando e capiva quello che lei provava. Come se riuscisse a vedere le rotelle dei suoi pensieri, rimase lì, anche se fino a qualche minuto prima desiderava solo tornare in camera e fare una doccia. Ora voleva invece una risposta affermativa da quella ragazza.

Alla fine decise di accettare, anche se era titubante così prese dalla tasca l'indirizzo dell' hotel dove dormiva e lo chiamò:
"Bryan" afferrandolo per la manica.
Lui si girò verso di lei e lei gli fece vedere un foglio dove c'era scritto l'indirizzo dell' hotel. Cercò di capire.
Lei rispose:
"Stasera al mio albergo, alle 21, fuori. Ok?"
Bryan era contentissimo, aveva detto di si, anche se davanti al suo albergo. Forse voleva sentirsi sicura. Lì lo era. Anche se lui voleva solo conoscerla meglio. Capiva che sarebbero tornati presto a vivere nelle loro città e capiva che lei aveva un fondo di paura.
Lui annuì e poi disse:
"Ok, alle 21".
Poi scappò, non vedeva l'ora di ritornare lì per le 21 e vederla ma desiderava fare una doccia.

DAVIDE ROSSI

 

Mi chiamo Davide Rossi, sono nato e cresciuto in un piccolo paese della provincia di Pavia, Sant’Angelo Lomellina. Nonostante gli studi di natura prettamente scientifica, ho continuato a coltivare due grandi passioni che mi hanno accompagnato fin dalla tenera età: il cinema e la scrittura.

La mia passione per la scrittura nasce da lontano, dall’infanzia. La lettura di fumetti, Dylan Dog, e poi di romanzi, Fenoglio e Pavese in particolare, mi hanno aiutato a crescere in conoscenza e fantasia. Nell’adolescenza è arrivata la passione per il cinema: Fellini, Pasolini, i film horror. L’insieme di queste cose mi hanno condotto lungo una strada già tracciata: il sogno di fare cinema. Come lo volevo fare? Scrivere le sceneggiature.  Da lì è incominciato il mio percorso.

Ho scritto varie sceneggiature fino a quella scritta a sei mani dal quale è stato tratto il film “Benvenuti a casa Verdi” del 2013 (Muccapazza film).

Parallelamente all’esperienza cinematografica inizia una fase di sperimentazione che mi ha  portato a partecipare a diversi concorsi letterari con racconti brevi, poesie e saggi. "E alla fine c'è la vita" nasce in seguito, e dall’unione, di tutti questi percorsi.

 La mia seconda opera si chiama "Storia di un numero", un romanzo di formazione, una sorta di docu-fiction,  pubblicato, come nel caso del primo scritto, con una piccola casa editrice calabrese, Rossini Editore.

Scrivere significa leggere tanto, quindi parallelamente alla scrittura, quotidiana, necessaria per continuare a migliorarsi, leggo il più possibile. Pesie, saggi, romanzi, cerco di non farmi mancare nulla. Leggere è indispensabie per crescere umanamente e artisticamente.


«Marika è ben vestita, elegante, pronta per andare alla festa. Si profuma mentre si guarda allo specchio in bagno. Controlla che il vestito sia a posto un'ultima volta ed esce dalla stanza. Va al computer e scrive su Facebook: "Stasera grande serata". Va sulla pagina del suo ex ragazzo e trova delle foto di lui con Agnese. Scuote la testa, incredula, e chiude furiosamente il computer. Il cellulare sul comodino vibra. Lo prende e risponde...»



Un numero non è fine a se stesso: ha un'esistenza, una storia, un inizio e una fine. Un numero può essere umano, vivere e morire. In una contemporaneità corrosa dalla malavita e dall'opportunismo, Kenny nasce in un piccolo stato africano, flagellato dalla povertà, messo in ginocchio dalla corruzione, dimenticato e disprezzato dagli stessi esseri viventi. Condizioni disperate per chiunque abbia un minimo di misericordia per se stesso, difficilmente sopportabile per la sua natura estrema che si impone nella quotidianità sugli esseri viventi. La sua infanzia la trascorre a osservare il mondo che gli ruota intorno, che ansima, grida, muore, violento e insensato. Lui scruta, annota, studia e prova a conformarsi, ad adeguarsi alla realtà, che cruda e violenta si manifesta, investendolo senza freni: la sparizione del padre, il trasloco in un'altra zona, la morte della adorata zia, la presunta anormalità. A confortarlo e a salvarlo dalla solitudine c'è lo studio, i pensieri, vivaci e senza limiti, la curiosità verso l'ignoto e la natura. Camaleonte decide di adattarsi, di vivere secondo i canoni imposti senza rischiare, coltivando un'irrazionale voglia di responsabilità. Ciò non lo salva dai suoi simili, spietati e potenti, che lo costringono a scappare via dalla sua terra, verso un ignoto chiamato Europa. Un viaggio lungo e pericoloso, attraverso posti incantevoli abitati da personaggi senza scrupoli, poveri diavoli, disperati, dalla sopravvivenza e dalla morte. Storie di tanti numeri uniti nella speranza di una resurrezione e dall'infame destino di rappresentare solo delle anonime cifre. Un percorso lungo, attraverso deserto e mare, prigionia e amore, fra carcasse umane e di civiltà.