ROMOLO – IL PRIMO RE
La fondazione di
Roma tra realtà e leggenda
di Franco Forte e Guido Anselmi
Dal 29 gennaio, in
libreria e sugli store online, il romanzo che racconta in modo crudo e
disincantato la straordinaria storia della fondazione di Roma, che in bilico
fra realtà, mito e leggenda, ci riporta nell'epoca primitiva che ha visto la
lotta fra due gemelli per la nascita di una stirpe che avrebbe segnato l'inizio
di una delle più importanti civiltà della Storia.
In una terra selvaggia e
primordiale, ammantata di storia e superstizione, un vomere traccia il solco di
una città: nessuno immagina che è appena nata Roma, la Città Eterna. La storia
dietro quell’attimo fatale è però molto diversa dalla leggenda che tutti
conosciamo, perché avviene in un tempo di fame, freddo e carestie, dove la
sopravvivenza è spesso sinonimo di sopraffazione. E la lupa non è affatto
quella che i miti ci hanno tramandato. Perché la fondazione di Roma è
un’avventura cruda e disperata, un’epopea di resilienza, un solco di sangue
tracciato nel nostro passato che racconta la sfida primordiale fra due gemelli
consacrati dagli dèi, e il suo doloroso esito, che ne ha proclamato il
vincitore: Romolo, il bambino sopravvissuto alla morte, il ragazzo che ha combattuto
nel fango e nel dolore, l’uomo che per realizzare il suo sogno ha piegato un
mondo ostile, brutale e dominato dalla violenza, dando così inizio alla più
gloriosa potenza antica che la Storia ricordi. Romolo, il primo re.
Romolo – Il primo re
Omnibus Mondadori
Pag. 360 – Euro 19,00
Gli
autori
Franco Forte è nato a Milano nel 1962. Considerato uno dei più
importanti autori di romanzi storici, ha pubblicato con Mondadori i due titoli
della serie “Il romanzo di Roma”, Carthago (2009) e Roma in fiamme
(2011), i gialli storici con protagonista il notaio criminale Niccolò Taverna Il
segno dell’untore (2012) e Ira Domini (2014), oltre a Gengis Khan
(2014) e al romanzo storico Caligola (2015). Nel 2016 e 2017 sono usciti
Cesare l’immortale e Cesare il conquistatore, i due capitoli
della saga che riporta in vita Giulio Cesare. Ha lavorato come autore delle
serie TV Distretto di Polizia e RIS: Delitti imperfetti. Cura il
“Giallo Mondadori” e “Urania”.
Guido Anselmi è nato a Vibo Valentia nel 1972, ma vive sulle sponde del
Lago Maggiore. Laureato in ingegneria, ha vinto la trentanovesima edizione del
premio WMI, indetto dalla rivista “Writers Magazine Italia”, ed è stato
finalista al premio Bukowski 2016. Ha pubblicato diversi racconti sulla WMI,
sullo speciale SF e nelle raccolte “365 Racconti per un anno” di Delos Digital.
Intervista a Franco Forte e
Guido Anselmi
(liberamente riproducibile)
Partiamo
subito, come amate dire voi scrittori, in medias res. Cosa deve
aspettarsi un lettore che si accinga alla lettura del vostro Romolo?
Una bella sorpresa. Tutti
conosciamo, fin dalla scuola, la leggenda della nascita di Roma e i personaggi
che l’hanno animata, ma davvero poco è stato raccontato, almeno nella narrativa
contemporanea, di quell’epoca remota. Noi abbiamo preso i personaggi leggendari
e tutto ciò che ha un fondamento storico accertato e abbiamo cercato di
ricostruire quel contesto primitivo. Un’impresa difficile, vista la scarsità
delle fonti, ma affascinante per chi, come noi, ha dovuto ricostruire un intero
mondo e le emozioni che lo pervadevano. Emozioni molto forti!
Primitivo è un aggettivo che
ricorre spesso, associato al tempo nel quale il romanzo è ambientato. Dobbiamo
aspettarci un Romolo sanguinario e bestiale?
Romolo è figlio del suo tempo,
un’età oscura, dominata dalla forza e dalla violenza, dove l’unica legge era
quella che consentiva di restare in vita. Ma Romolo non è solo questo, non
potrebbe esserlo colui che ha dato inziio al più grande impero dell’antichità,
no? Leggendo il libro crediamo si possa capire quanto questo personaggio,
mitologico o meno, abbia segnato il destino di tutta l’umanità, non solo dei
popoli italici.
Di certo non ha avuto vita
facile, a partire dalla contesa con Remo.
La figura di Remo e il rapporto
che Romolo aveva con lui è stato uno dei punti di partenza nel delineare la
figura del nostro eroe. Pensiamo che nessun uomo, neppure il più arido e
spietato, possa passare indenne alla tragedia di uno scontro fratricida e di
certo Romolo non fa eccezione.
Un eroe ferito, quindi.
Edificare Roma ha richiesto un
prezzo altissimo. La contesa con Remo è stata un momento terribile, ma di certo
non l’unico che Romolo ha dovuto affrontare. È stato un lungo cammino,
lastricato di dolore e privazioni, al quale tuttavia Romolo non ha sacrificato
la propria natura più profonda e i propri ideali di giustizia.
Traspare dalle vostre parole
un legame forte, quasi affettivo, con il personaggio che avete narrato.
E non potrebbe essere
altrimenti; noi per primi abbiamo vissuto le sue imprese e le sue sconfitte,
emozionandoci e disperandoci insieme a lui. Siamo convinti che dal romanzo
questa partecipazione profonda raggiungerà anche i lettori.
Quanto è stato difficile
scrivere un romanzo storico che racconta tuttavia una leggenda?
Una difficoltà che si è anche
presto trasformata in opportunità. La leggenda di Romolo e Remo è stata
rimaneggiata a più riprese, praticamente da tutti gli storici romani. Questo
l’ha arricchita di particolari e dettagli, alcuni dei quali aggiunti con
l’unico scopo di ammantarla di grandezza ed epicità. Una vera cuccagna per dei
narratori!
Come vi siete regolati
rispetto alla disomogeneità delle fonti?
Di base, abbiamo sempre cercato
di riferirci alla versione canonica, che è poi anche quella più plausibile dal
punto di vista storico. Poi, abbiamo riempito i “buchi” per costruire un arco
narrativo più solido, e scelto le fonti che fornissero la versione più
interessante e plausibile della leggenda. Magari, qualche volta, con le dovute
“licenze poetiche”, scegliendo
la versione della leggenda che privilegiasse la drammaticità degli eventi, il
tutto in funzione del coinvolgimento del lettore. In fondo noi non siamo né
storici né archeologi, il nostro mestiere è quello di regalare emozioni. E
questa storia di emozioni ne fornisce in quantità!